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Agri.Bio.Mobility: la prima filiera agroindustriale per il trasporto sostenibile

Bologna, 25 maggio 2018A Fico Eataly World si sono riunite oggi oltre 200 imprese per il lancio della piattaforma Agri.Bio.Mobility, nuovo hub destinato a legare insieme aziende produttrici di biogas/biometano, società di trasporti su gomma e imprese che puntano alla sostenibilità come fattore distintivo della loro attività.

D’ora in poi l’agricoltore non produrrà solo cibo ed energia, ma anche biocarburante. È questa l’ultima frontiera del settore primario: sottoprodotti agricoli, polpe di barbabietola, vinacce, sansa e pollina verranno utilizzati per la produzione di biometano, grazie anche all’adozione del decreto ministeriale del 2 marzo 2018 che ne incentiva lo sviluppo.

 «Contiamo di aggregare alla piattaforma Agri.Bio.Mobility più di 100 impianti biogas/biometano entro fine estate», dichiarano gli organizzatori Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi e Gabriele Lanfredi, rispettivamente presidente e vice-presidente della Confederazione generale dei bieticoltori italiani (CGBI). Hanno già aderito grandi realtà imprenditoriali come Agripower (Gruppo Industriale Maccaferri), Envitec e diversi singoli impianti.  Il valore della sostenibilità lo spiega, con un esempio, Gabriele Lanfredi che è anche coordinatore del progetto Agri.Bio.Mobility: «Il gasolio utilizzato per il trasporto delle bietole durante i tre mesi di campagna bieticolo-saccarifera, nell’intero comprensorio nazionale su 35mila ettari complessivi, equivale alla produzione di biometano di due impianti. Quindi basterebbero solo 2 biodigestori per rendere questa logistica sostenibile». Stesse opportunità valgono pure per la filiera del Parmigiano Reggiano, come ha evidenziato Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna e vice presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

Abri.Bio.Mobility è l’evoluzione del progetto Agri.Bio.Metano partito un anno fa nell’ambito della nuova programmazione del gruppo CGBI per la realizzazione di 30 nuovi impianti in grado di integrare il prezzo della bietola di 5-8 euro a tonnellata, partendo dalla valorizzazione energetica dei sottoprodotti (polpe, foglie, colletti) in un momento drammatico per l’industria saccarifera dovuto al crollo delle quotazioni dello zucchero. 

Avere buone pratiche ambientali consente efficienze interne e accresce la sostenibilità aziendale, ossia: migliora la capacità di fare business. Ma ora c’è anche un elemento in più: essere sostenibile diventa una chiave con cui definire la mission dell’impresa.